Quaderni della Fondazione Professor Paolo Michele Erede a cura di Michele Marsonet
Quaderno N. 1 – 2008. “I Problemi della Società Multietnica”
Numero monografico dedicato agli elaborati vincitori della Prima Edizione del Premio Professor Paolo Michele Erede
Stefano Monti Bragadin - Paolo Michele Erede, il pensatore.
Se una proposta è giunta quanto mai gradita, di certo è stata quella che mi è venuta da Michele Marsonet, allorché, nella sua veste di Presidente delle Commissioni Scientifiche della Fondazione Prof. Paolo Michele Erede, mi ha invitato a far parte della commissione giudicatrice per il conferimento della prima edizione del Premio omonimo, sul tema: “I problemi della società multietnica”.
Davanti ai miei occhi si è immediatamente stagliata la pensosa e bonaria figura del compagno di tanti, anche remoti sodalizi che hanno intrecciato le nostre esperienze in molte iniziative nel campo culturale. Attività non sempre largamente seguite e fortunate; da noi, comunque, affrontate con grande entusiasmo e condotte con una forte carica sinergica, quale può venire soltanto da un grande affiatamento fra chi ha voluto esservi coinvolto.
Così, nelle immagini e sensazioni tornate di colpo, e caramente, alla memoria, si sono ben presto affiancate alla sua persona le non meno incancellabili sembianze di quanti hanno concorso a formare un gruppo impegnato e coeso; un pugno, per la verità, di attivi intellettuali, intenti cultori e custodi del pensiero e dell’insegnamento di uno studioso eminente, capace di grandi realizzazioni anche nell’agire politico, al quale il Paese deve gran parte della sua formidabile rinascita dopo le sventure della guerra. In effetti, se la fervente e premurosa compagine degli “Amici della Fondazione Einaudi”, ormai decenni addietro, ha potuto ben operare tanto a lungo con mezzi tanto esigui, lasciando un segno nella Genova colta e giovanile, è stato perché uomini della levatura di Paolo Michele Erede, Giorgio Imbraguglia ed Ernesto Bruno Valenziano, purtroppo tutti e tre prematuramente scomparsi, non hanno disdegnato di corredare le loro brillanti carriere nei rispettivi campi, professionale o scientifico, filosofico o politico, con un’aperta, non esclusiva socievolezza.
Da parte sua, Paolo Michele Erede, spirito versatile ma rigoroso, si è mosso con pari naturalezza ai livelli locale, nazionale ed internazionale, portando a sintesi vivente e prestigiosa la professione medica e gli importanti incarichi nella sanità pubblica, la pubblicistica specialistica e la libera penna, gli studi su tematiche particolari e profonde riflessioni sull’umanità e gli uomini. Personalmente, alla dimensione girovaga della sua esistenza e al suo interesse per la psicanalisi resto persino debitore, avendomi consentito di ritrovare un amico svizzero di gioventù, di cui avevo perduto traccia negli anni e che non mi riusciva più di contattare, il quale, nel frattempo, era diventato uno studioso di fama e un medico di vaglia.
La mia risposta a Michele Marsonet, dunque, non poteva che essere positiva e di slancio. La nascita della Fondazione Prof. Paolo Michele Erede che, alla fine, ha premiato la solerte costanza della consorte, Franca Erede Dürst, nonostante i tortuosi e laboriosi itinerari delle italiche procedure formali, merita la più ampia, oserei dire la più magnanima delle disponibilità. Non solo perché l’Uno e l’Altra lo hanno meritato appieno, ma anche perché tale disponibilità deve dimostrare di saper onorare in modo adeguato un’esistenza coerentemente votata alla libertà di pensiero e altrettanto degnamente, nel ricordo dell’opera di Lui, deve saper coronare gli sforzi tanto generosamente profusi dalla più che degna compagna della sua vita, oggi sua valente interprete e indefessa continuatrice.
Coraggiosa e, insieme, di testimonianza sommamente significativa è stata la scelta, per il Premio, di un tema sociologico-filosofico, attinente ad una problematica di estrema attualità; e ciò, a maggior ragione, “anche alla luce dello scritto” di Paolo Michele Erede sulle “compatibilità per una cultura dell’incontro in una società multietnica”, preso dalla bella raccolta di testi, “Florilegio - Filosofia, Storia, Umanologia”, egregiamente curata da Laura Sacchetti Pellerano. L’averlo rivolto a “tutti coloro che amano la cultura”, con intenti di promozione, scoperta, stimolo, oltre che di diffusione e divulgazione, è stato poi un messaggio esplicito, proprio del percorso da Lui tracciato.
Pertanto, andare lungo la scia che Egli ha lasciato dietro di Sé, credo sia stata cura e premura di noi che abbiamo accettato, in sua memoria, di farci valutatori degli elaborati presentati dai vari partecipanti al primo Concorso indetto in suo nome.
Indice del Quaderno N. 1 – 2008
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