Presentazione della Fondazione Prof. Paolo Michele Erede
della Prof.ssa Laura Sacchetti Pellerano
Curatrice del libro "Il Florilegio"
Criteri e scelte per la compilazione di una piccola preziosa antologia
Discorso tenuto il 23 Marzo 2006, giorno dell'inaugurazione
Quando la Dott. Franca Erede Dürst, dimostrandomi la sua
stima, mi chiese di curare la compilazione di questo volume, io, anche in nome
dell’antica amicizia nostra e dei nostri mariti, accettai, ma non pensavo che
l’impresa sarebbe stata tanto ardua. Infatti, mi venne sottoposto un grande
numero di testi tratti da articoli, conferenze, studi su svariati argomenti
tutti interessanti, validi e pregnanti, cioè densi dei significati insiti
nell’opera del Prof. Erede. Io li lessi attentamente tutti sceverandoli, cioè
separandoli a seconda dei loro contenuti, vagliandoli a fondo. Mi resi conto di
avere tra le mani una miniera ricca di idee, di spunti, di gemme rare per valore
e bellezza, di cose preziose che avrebbero tutte meritato di essere pubblicate e
conosciute. Si trattava, però, di operare una scelta e voi sapete che le scelte
sono sempre difficili e devono essere basate su criteri ben precisi.
Mi tornò, allora, alla mente un episodio: durante una
riunione del direttivo di un’associazione alla quale sia io, sia i coniugi
Erede appartenevamo, fu chiesto a Paolo di partecipare ad un convegno culturale
con una conferenza. Egli rispose che il tema del suo discorso avrebbe
senz’altro riguardato l’umanologia, materia per la quale aveva già in altre
occasioni espresso la sua preferenza. Non fece in tempo, però, a pronunciare la
sua orazione in aprile perché nel marzo del 2003 ci lasciò per sempre.
Sapevo bene che il Prof. Erede non era stato soltanto il
valente medico che più o meno tutti abbiamo conosciuto, ma era anche un
umanista.
Aveva frequentato il nostro glorioso liceo D’Oria ed
aveva continuato a coltivare, accanto alle discipline scientifiche, anche le
materie classiche: soprattutto la storia, la letteratura e la filosofia in tutte
le sue branche.
Il suo interesse verteva particolarmente sull’uomo.
Vedrete voi stessi che nell’ultimo capitolo viene citato il famoso verso
dall’Heautontimorumenos di Terenzio: “Homo sum: humani nihil alienum a me
puto.” (Sono un uomo e ritengo che nulla di umano mi sia estraneo).
Ebbene, allora decisi di scegliere, fra tanti, dodici saggi
che concernessero, appunto, l’umanologia, cioè lo studio sull’uomo
osservato dai punti di vista filosofico, psicologico, sociologico, storico,
scientifico. Per questo motivo ho inserito come frase introduttiva al libro un
breve aforisma tratto dalle Epistulae di Plinio: “Dixi omnia quum hominem
nominavi.” (Ho detto tutto quando ho detto uomo).
Gli argomenti trattati sono vari e possono sembrare slegati
fra loro, ma, a ben considerare, sono tutti attinenti al tema prescelto.
Troverete, ad esempio, scritti che riguardano la riflessione sul disagio umano
di fronte al progredire continuo della tecnologia (la dea Techne, appunto, di
cui si parla nel primo capitolo), dinanzi alla società multietnica, allo
sfasamento nella vita moderna dei nostri bioritmi. Per quello che attiene a
quest’ultima amara constatazione, vorrei brevemente soffermarmi a riflettere
su alcuni termini contenuti nei capitoli pertinenti all’argomento. Sappiamo
che il bioritmo è l’insieme dei ritmi, positivi e negativi, relativi
all’attività fisica, emotiva ed intellettuale di una persona. Ebbene, lo
sfasamento di questi bioritmi può portare alla discronia, malessere causato da
ciò che attiene al tempo (il cronos greco): pensate, ad esempio, alle
alterazioni prodotte dal cambio veloce del fuso orario, al traffico troppo denso
e rapido (in Italia abbiamo il più alto tasso di motorizzazione del mondo: 600
auto x 1000 abitanti), traffico, dicevo, che raggiunge altissime velocità, ma
può anche essere soggetto ad intasamenti e code, creando sconvolgimenti
nell’uso del nostro tempo.
Allo stesso modo, la nuova utilizzazione dello spazio (il
topos greco) conduce a forme di distopia, cioè al disorientamento provocato
dall’attuale impiego delle aree: considerate ad esempio lo spaventoso sviluppo
edilizio che, come un Leviatano, ci divora e ci frastorna con la sua estensione
e con le sue forme nuove. Io aggiungerei anche un problema che non è certo
nuovo, ma che sta emergendo ed allarmando adesso e cioè quello dei cambiamenti
climatici che, oltre a provocare inondazioni, alterazioni dell’habitat ed
altri eventi meteorologici estremi, ci causano disturbi di carattere psicologico
e fisico, determinando in noi e discronie e distopie. La concomitanza di tutte
queste situazioni ambientali coinvolge, quindi, ed influenza la nostra
funzionalità fisica, ma anche quella psichica, generando inquietudine,
disordine, continua premura nell’agire, mancanza di tempo per pensare. Ecco
una grande realtà: ci vorrebbe più tempo per pensare. E allora, cerchiamolo!
Per questo ho fatto inserire sul retro dell’invito che vi è giunto
un’immagine della famosa scultura di Rodin intitolata, appunto, “Il
Pensatore”. Vorrei che servisse di stimolo a trovare nella giornata un po’
di tempo per riflettere sui tanti aspetti della nostra vita e per scoprire, se
possibile, delle soluzioni ai nostri problemi. Facciamolo anche, magari,
attraverso la lettura di libri come questo che aiutano a meditare profondamente
su argomenti di generale interesse.
Ma riprendiamo il nostro discorso sulla constatazione che,
in rapporto alle condizioni dell’ambiente in cui viviamo, sono compromessi
anche il benessere e l’equilibrio mentale. Di questo si occupa l’autore nei
due capitoli che riguardano l’ecologia e l’antiecologia della mente, in cui
si mette anche in rilievo il fatto che tutte queste situazioni di disagio ci
spingono a ricercare un complesso di interventi da mettere in atto per porvi
rimedio.
Il Prof. Erede ha trattato anche un altro tema di attualità:
esistono nuovi diritti. Ne faccio solo alcuni esempi; poi potrete approfondire
l’argomento leggendo il capitolo relativo: il diritto di asilo, i diritti di
carattere ecologico, ed ancora quelli attinenti alla tutela dei viventi non
umani (la protezione degli animali, che sino a poco tempo fa non era presa molto
in considerazione) ed, inoltre, il diritto alla privacy, parola inglese, che,
peraltro, deriva dal latino, al posto della quale, non solo secondo me, si
potrebbero benissimo usare i termini di segretezza, riservatezza, riserbo per
tutto ciò che riguarda la nostra vita personale. Da ultimo, vi cito il diritto
alla buona morte.
Altri capitoli vertono sull’Educazione Permanente, sulla
Simbologia, sull’Esoterismo, sull’Umanesimo Scientifico.
Ho chiuso questa raccolta con due scritti di critica
storica concernenti due grandi uomini, entrambi pensatori e scienziati, che
furono perseguitati a causa dello loro idee: Giordano Bruno e Galileo Galilei, i
quali pagarono al prezzo più alto per ciò che riguarda il Bruno, la coerenza
con i loro convincimenti. L’ultimo saggio è inedito; l’autore aveva già
trattato l’argomento “Galileo” alcune volte in articoli e conferenze, ma
quest’opera è stata portata a termine proprio negli ultimi mesi della sua
vita e mai pubblicata prima d’ora. Sarà, quindi, ancora maggiormente degna
d’interesse.
Ho atteso alla revisione dei brani scelti in maniera
accurata ed attenta, scrupolosa, controllando e precisando tutte le citazioni,
aggiungendone altre, scegliendo le illustrazioni, coordinando il tutto,
rispettando, però, assolutamente, sia il contenuto dei testi, sia lo stile
dello scrittore.
E’ nato, così, un florilegio, una raccolta di fiori, cioè
di componimenti che rispecchiano il pensiero dell’autore, un compendio di
dodici saggi che possono offrire spunti di indagine e di approfondimento
certamente per gli studenti, ma anche per chiunque da sempre si sia dedicato
alle materie trattate nel libro (filosofia, storia, psicologia, sociologia) e ne
abbia fatto oggetto di ricerca.
Solone (VII-VI sec. a.C.), uno dei sette savi della Grecia,
grande legislatore ateniese, ebbe a dire: “Invecchio, ma imparando sempre
molte cose”.
A tale proposito esiste un aneddoto riferito da Valerio
Massimo (un autore latino minore del primo sec. d.C.) nel quale si racconta che
Solone morente sollevò la testa dal capezzale per imparare ancora qualcosa dai
discorsi che facevano gli amici intorno al suo letto (in “Factorum et dictorum
memorabilium libri IX”).
Lo stesso concetto è stato poi reso proverbiale da Seneca
nella frase “Tamdiu discendum, quamdiu vivas” (Bisogna continua ad imparare
per tutto il tempo che si è in vita), massima che ho premesso al capitolo su
“Uomo vivente – uomo macchina”.
Perciò spero che i lettori apprezzeranno tutte le
argomentazioni nuove e le riflessioni profonde contenute nel testo e che, se
vorranno, parteciperanno ai premi ed ai concorsi che saranno banditi dalla
fondazione sui temi ispirati all’opera ed al pensiero di Paolo Michele Erede.
Un’ultima osservazione: se ci si basa sui titoli dei vari
capitoli, questi argomenti possono forse sembrare difficili, ma vedrete che la
lettura sarà scorrevole, interessante, stimolante e potrà offrire a tutti
materia di meditazione non solo su episodi della storia, ma anche sulla società
attuale, in cui l’uomo moderno certamente si sta trasformando, robotizzando.
Pensate: ho letto proprio in questi giorni che in America si parla di “homo
chimicus”, il quale è colui che assume 10-12 pillole al giorno non per curare
malattie specifiche, ma, ad esempio, per non sudare, per rafforzare la memoria,
la capacità di attenzione e tutto quanto possa aiutarlo ad inserirsi in questo
mondo cibernetico.
Ma, come afferma giustamente il nostro autore, l’essere
umano non deve diventare uomo-macchina; deve mantenere intatto il rapporto
armonico psiche-soma (senza ausili di tipo chimico) deve cioè conservare
l’interezza, la pienezza delle sue facoltà fisiche e mentali, quell’”olon
umano” (ricordiamoci che to olon in greco indica il tutto, la totalità), di
cui dovrebbero tener conto non solo i medici, ma tutte le persone nelle
relazioni con gli altri.
Insomma, la vita è difficile oggi forse più di sempre per
l’uomo contemporaneo con tutti i suoi problemi, le sue frustrazioni, le sue
paure, ma anche le sue speranze e le sue conquiste nel campo del sapere,
conquiste che non significano progresso soltanto nella importantissima ricerca
scientifica e tecnologica, ma anche in tutti gli altri rami della conoscenza.
Prof. Laura Sacchetti Pellerano
Dott.ssa Franca Erede Dürst, Presidente